Origini e costruzione della Torre Eiffel

In occasione dell'Esposizione Universale del 1889, data che segnava il centenario della Rivoluzione francese, viene indetto un grande concorso sul Journal officiel.

I primi lavori iniziarono il 26 gennaio 1887. Il 31 marzo 1889, la Torre fu completata in un tempo record - 2 anni, 2 mesi e 5 giorni - e si impose come una vera e propria impresa tecnica.

I dati chiave

Les chiffres-clés
Progettazione18.038 pezzi di ferro
 

5.300 disegni di laboratorio


50 ingegneri e disegnatori

Costruzione150 operai nello stabilimento di Levallois-Perret
 

Tra i 150 e i 300 operai in cantiere


2.500.000 rivetti


7.300 tonnellate di ferro


60 tonnellate di vernice


5 ascensori

Durata2 anni, 2 mesi e 5 giorni di lavori

Le date importanti

Inizio dei lavori e delle fondamenta26 gennaio 1887
Inizio del montaggio delle pile1 luglio 1887
Completamento del primo piano1° aprile 1888
Completamento del secondo piano14 agosto 1888
Completamento della sommità e della costruzione31 marzo 1889

L'invenzione della Torre Eiffel

Il progetto di una torre alta 300 metri nacque in occasione dei preparativi per l'Esposizione Universale del 1889.

L'obiettivo del concorso lanciato durante l'esposizione era quello di «studiare la possibilità di costruire sul Champ-de-Mars una torre di ferro a base quadrata, con lati di 125 metri e alta 300 metri». Tra i 107 progetti presentati, viene scelto quello di Gustave Eiffel, imprenditore, Maurice Koechlin ed Emile Nouguier, ingegneri, e Stephen Sauvestre, architetto.

I due principali ingegneri dell'azienda Eiffel, Émile Nouguier e Maurice Koechlin, nel giugno 1884 ebbero l'idea di una torre molto alta, concepita come un grande pilone formato da quattro travi a traliccio distanziate alla base e che si univano alla sommità, collegate tra loro da travi metalliche disposte a intervalli regolari.

Si trattava di un'audace estrapolazione all'altezza di 300 metri - l'equivalente della cifra simbolica di 1000 piedi - del principio dei piloni dei ponti che l'azienda padroneggiava perfettamente all'epoca. Il 18 settembre 1884 Eiffel ottiene un brevetto “per una nuova disposizione che consente di costruire piloni e tralicci metallici di altezza superiore a 300 metri”.

Per rendere il progetto più accettabile all'opinione pubblica, Nouguier e Koechlin chiedono all'architetto Stephen Sauvestre di dargli forma.

Una prima versione molto diversa

Stephen Sauvestre riveste i piedi con basamenti in muratura, collega i quattro montanti e il primo piano con archi monumentali, inserisce grandi sale vetrate ai piani superiori, disegna una sommità a forma di bulbo e abbellisce il tutto con vari ornamenti. Il progetto verrà infine semplificato, ma alcuni elementi, come i grandi archi della base, verranno mantenuti, contribuendo a conferirgli il suo aspetto così caratteristico.

La curvatura dei montanti è determinata matematicamente per offrire la migliore resistenza possibile all'effetto del vento. Come spiega Eiffel: "Tutto lo sforzo trasversale dovuto al vento passa così all'interno dei montanti angolari. Le tangenti ai montanti condotte in punti situati alla stessa altezza si incontrano sempre nel punto di passaggio della risultante delle azioni che il vento esercita sulla parte del pilastro al di sopra dei due punti considerati. I montanti, prima di riunirsi in questo punto così elevato, sembrano sgorgare dal suolo e essere stati in qualche modo modellati dall'azione del vento".

La costruzione

Il montaggio delle pile inizia il 1° luglio 1887 e termina ventuno mesi dopo.

Tutti gli elementi vengono preparati nello stabilimento di Levallois-Perret, vicino a Parigi, sede dell'azienda Eiffel. Ciascuno dei 18.000 pezzi della Torre viene disegnato e calcolato prima di essere tracciato con una precisione di un decimo di millimetro e assemblato in elementi di circa cinque metri. Sul posto, tra i 150 e i 300 operai, guidati da un team di veterani dei grandi viadotti metallici, si occupano del montaggio di questo gigantesco meccano.

Quattro uomini per posare un rivetto

Questo metodo di costruzione era già ben collaudato all'epoca della costruzione della Torre. Gli assemblaggi venivano inizialmente realizzati in loco con bulloni provvisori, sostituiti man mano da rivetti applicati a caldo.

Raffreddandosi, si contraggono, assicurando il serraggio dei pezzi tra loro. Per posare un rivetto occorre una squadra di quattro uomini: uno per riscaldarlo, uno per tenerlo in posizione, uno per formare la testa e un ultimo per completare la schiacciatura con colpi di mazza.

Solo un terzo dei 2.500.000 rivetti che compongono la Torre sono stati posati direttamente in loco.

I pilastri poggiano su fondamenta in cemento armato installate a pochi metri sotto il livello del suolo su uno strato di ghiaia compatta. Ogni spigolo metallico ha un proprio basamento, collegato agli altri da muri, sul quale esercita una pressione di 3-4 chili per centimetro quadrato. Sul lato della Senna sono stati utilizzati cassoni metallici stagni, dove l'iniezione di aria compressa ha permesso agli operai di lavorare sotto il livello dell'acqua.

 

La Torre viene montata utilizzando impalcature in legno e piccole gru a vapore fissate alla Torre stessa.

Il montaggio del primo piano è stato realizzato utilizzando dodici impalcature provvisorie in legno alte 30 metri, seguite da quattro grandi impalcature di 45 metri.

“Scatole di sabbia” e martinetti idraulici - sostituiti dopo l'uso da cunei fissi - hanno permesso di regolare la posizione della struttura metallica con una precisione millimetrica.

Il collegamento delle grandi travi del primo piano viene così realizzato il 7 dicembre 1887. I pezzi vengono sollevati da gru a vapore che salgono insieme alla Torre, utilizzando le guide previste per gli ascensori.

Durata di costruzione record

Ci sono voluti solo cinque mesi per costruire le fondamenta e ventuno mesi per completare il montaggio della parte metallica della Torre.

Si tratta di una velocità record se si considerano i mezzi rudimentali dell'epoca. Il montaggio della Torre è un capolavoro di precisione, come concordano tutti i cronisti dell'epoca. Iniziato nel gennaio 1887, il cantiere viene completato il 31 marzo 1889. Gustave Eiffel viene insignito della Legion d'Onore sulla stretta piattaforma in cima alla Torre.

5

Le chiffre

Il giornalista Émile Goudeau, visitando il cantiere all'inizio del 1889, descrive così lo spettacolo.

"Una densa nube di fumo di catrame e carbone ci soffocava la gola, mentre il rumore assordante del ferro battuto sotto il martello ci assordava. Si continuava a imbullonare; gli operai, appollaiati su una base di pochi centimetri, colpivano a turno con le loro mazze di ferro i bulloni (in realtà rivetti); sembravano fabbri tranquillamente intenti a battere il tempo su un'incudine, in qualche fucina di paese; solo che questi non battevano dall'alto verso il basso, verticalmente, ma orizzontalmente, e poiché ad ogni colpo schizzavano scintille, questi uomini neri, ingranditi dalla prospettiva del cielo aperto, sembravano falciare fulmini tra le nuvole".

I progetti di Monsieur Eiffel

Questi disegni sono riproduzioni dei disegni originali di Gustave Eiffel, tratti dal libro "La Tour de 300 mètres" (1900).

Dibattiti e polemiche al tempo della costruzione

Ancor prima che fosse completata la sua costruzione, la Torre era già al centro del dibattito. Nonostante le critiche mosse dai grandi nomi del mondo delle lettere e delle arti, la Torre è riuscita ad affermarsi e a ottenere il successo che meritava.

L'exposition universelle de 1889
L'exposition Universelle de 1889

Dopo vari pamphlet e articoli pubblicati nel corso del 1886, i lavori erano appena iniziati quando, il 14 febbraio 1887, apparve la protesta degli artisti.

Pubblicata sul quotidiano Le Temps, questa “Protesta contro la Torre di Eiffel” era indirizzata al signor Alphand, direttore dei lavori dell'Esposizione. È firmata da alcuni grandi nomi del mondo delle lettere e delle arti: Charles Gounod, Guy de Maupassant, Alexandre Dumas figlio, François Coppée, Leconte de Lisle, Sully Prudhomme, William Bouguereau, Ernest Meissonier, Victorien Sardou, Charles Garnier e altri che la posterità ha meno favorito.

Altri pamphlettisti rincarano la dose su questa violenta invettiva e fioccano gli insulti : "questo lampione davvero tragico" (Léon Bloy); "questo scheletro di campanile" (Paul Verlaine); "questo palo di ferro con i suoi duri attrezzi, incompiuto, confuso, deforme" (François Coppée); "questa alta e magra piramide di scale di ferro, scheletro sgraziato e gigante, la cui base sembra fatta per sostenere un formidabile monumento dei Ciclopi, e che abortisce in un ridicolo e sottile profilo di camino di fabbrica" (Guy de Maupassant); "un tubo di fabbrica in costruzione, una carcassa che aspetta di essere riempita con pietre da taglio o mattoni, questa rete a forma di imbuto, questo supposta crivellata di buchi" (Joris-Karl Huysmans)

Le polemiche si spegneranno da sole al completamento della Torre, di fronte all'indiscutibile presenza dell'opera finita e all'immenso successo popolare che riscuote. Durante l'Esposizione del 1889 riceve due milioni di visitatori.

Estratto dalla “Protesta contro la Torre Eiffel”, 1887

"Noi, scrittori, pittori, scultori, architetti, appassionati amanti della bellezza finora intatta di Parigi, per protestare con tutte le nostre forze, con tutta la nostra indignazione, in nome del gusto francese misconosciuto, in nome dell'arte e della storia francese minacciate, contro la costruzione, nel cuore della nostra capitale, dell'inutile e mostruosa Torre Eiffel, che la malizia pubblica, spesso improntata al buon senso e allo spirito di giustizia, ha già battezzato con il nome di Torre di Babele. (...)

La città di Parigi continuerà quindi ad associarsi alle barocche e mercantili fantasie di un costruttore di macchine, per deturparsi irreparabilmente e disonorarsi? (...). Per rendersi conto di ciò che stiamo dicendo, basta immaginare per un istante una torre vertiginosamente ridicola che domina Parigi, come un gigantesco e nero camino di fabbrica, schiacciando con la sua massa barbarica (...) tutti i nostri monumenti umiliati, tutte le nostre architetture rimpicciolite, che scompariranno in questo sogno sbalorditivo.

E per vent'anni vedremo allungarsi sull'intera città, ancora fremente del genio di tanti secoli, vedremo allungarsi come una macchia d'inchiostro l'ombra odiosa dell'odiosa colonna di lamiera imbullonata".

La risposta di Gustave Eiffel

Gustave Eiffel risponde alla protesta degli artisti in un'intervista concessa al quotidiano Le Temps il 14 febbraio 1887, che riassume bene la sua dottrina artistica:

"Da parte mia, credo che la Torre avrà una sua bellezza. Solo perché siamo ingegneri, si crede forse che la bellezza non ci interessi nelle nostre costruzioni e che, mentre realizziamo strutture solide e durevoli, non ci sforziamo di renderle eleganti? Le vere condizioni della forza non sono forse sempre conformi alle condizioni segrete dell'armonia? (...) Ma di quale condizione ho dovuto tenere conto prima di tutto nella Torre? Della resistenza al vento.
Ebbene, io sostengo che le curve dei quattro spigoli del monumento, così come sono state calcolate (...) daranno una grande impressione di forza e bellezza; perché tradurranno agli occhi l'audacia del progetto nel suo insieme, così come i numerosi vuoti ricavati negli stessi elementi della costruzione accentueranno fortemente la costante preoccupazione di non esporre inutilmente alle violenze degli uragani superfici pericolose per la stabilità dell'edificio. Del resto, nel colossale c'è un'attrazione, un fascino proprio, a cui le teorie artistiche ordinarie non sono facilmente applicabili".

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